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Le dimore in campagna

10/01/13 COMMENTI 0
COLLABORAZIONE
Tra sport e benessere. Piano di Recupero all’interno di un antico borgo nel Pavese, con riuso abitativo di spazi rustici a destinazione mista.

Luogo: Val di Nizza, loc. Poggio Ferrato (PV), Italia
Cliente: Borgocastello srl
Periodo di progettazione: apr 2006
Periodo di realizzazione: apr 2009 – dic 2011
Progettazione: Gambaro Rotondo Associati, Milano
Direzione lavori: arch. Daniele Rotondo, ing. Gianni Gambaro
Collaborazioni/Consulenze: arch. Irene Maggi, arch. Silvia Carnazza, ing. Matteo Garavaglia, designer Marco Croci
Imprese edili/Artigiani/Fornitori: Impresa Vincenzo Perone – Lomagna (LC)

INTERVENTO E STORIA – Quando si approccia un piano di recupero in un contesto come Poggio Ferrato si parte per un viaggio attraverso la storia; una storia che ha segnato questo territorio nei secoli, come nella maggior parte del territorio italiano, una storia che un progetto come questo deve in parte salvaguardare e tramandare e in parte scrivere. La storia da salvaguardare qui è quella di una terra di feudi contadini e di fortificazioni medioevali che hanno avuto durante il regno dei Malaspina la loro più viva espressione; la storia da scrivere è quella di borghi adagiati sui dolci profili dell’ Oltrepò Pavese che invitano alla lentezza, invitano ad osservare con tranquillità boschi, vigneti e a comunicare con l’ uomo e con la natura. La storia oggi viene tramandata attraverso le costruzioni che sono rimaste e che la cura dell’ uomo è riuscito a salvare; segni architettonici che ci parlano di costruzioni imponenti organizzazioni urbanistiche che ci riportano ad antiche borgate medioevali. L’ Oltrepò Pavese è costellato da questi borghi e quasi tutti hanno la loro identificazione attraverso i segni delle proprie “torri” ; torri di fortezze e bastioni di difesa o torri di chiese e siti ecclesiastici. Nei casi più fortunati queste testimonianze architettoniche ancora oggi si possono ammirare in tutta la loro bellezza e semplicità, in molti altri casi si devono immaginare o ricercarne tracce in ruderi , in antiche documentazioni o attraverso testimonianze tramandate.

Intorno a Poggio Ferrato nelle immediate vicinanze si hanno due degli esempi più significativi di fortificazioni attribuibili al periodo medioevale: “il Castello di Zavattarello” e “il castello di Oramala”; ma tutto intorno ci si può imbattere in antiche corti murate con il proprio torrione: Varzi con la sua “Torre Malaspina” , Montù Beccaria, Nazzano con il “Castello” , l’ “Eremo di s. Alberto di Butrio”, Pietragavina, Gremiasco, Rivanazzano con la torre, Torre degli Alberi. Di altri rimangono ruderi o parziali costruzioni; parliamo di S.Margherita di Staffora, Sagliano Crenna, Monteforte, Castel Verde (Valverde).

L’ intervento di “Piano di recupero” è la ex proprietà “Castelli” sita nella parte alta dell’ antico borgo di Poggio Ferrato (Ponte Nizza – PV) sulla murata che prospetta verso nord verso le colline di S.Albano. Il comparto di proprietà è composto da tre corpi di fabbrica in sasso e/o mattone; di uno di questi tuttavia se ne intravedono solo le tracce in quanto recentemente, in stato di degrado, si è ridotto a rudere diroccato.

Il riferimento a questa terra di Castelli e fortificazioni ci ha portato subito a pensare che stiamo per intraprendere un progetto su quello che rimane di una celata borgata fortificata; il corpo interamente di sasso visto dal basso con il suo contrafforte ci richiama i profili delle torri citate, la cortina adiacente e la chiesetta di testa sono tracce urbanistiche di un vecchio borgo medioevale. ”Quando ho visitato per la prima volta questo sito ho avuto una immediata sensazione di un richiamo storico; questi due volumi di sasso che nel loro abbandono sporgevano dai rovi mi hanno fatto emozionare ma senza apparente motivo; inconsciamente ai piedi di questo volume allungato con questa prospettiva cosi bassa ho subito collegato l’ oggetto a episodi di vita di corte castellani e il segno di una possibile torre che non c’è più si è subito impresso come un dagherrotipo nella mia “lavagna progettuale”. E la storia ci indica che il rudere a cui stiamo per ridare vita ci deve riportare ad antiche forme e trasferire ai giorni nostri il piacere di stare e vivere in questo sito; il progetto deve essere una nuova occasione per completare il processo di recupero che da anni interessa questo borgo ridandogli il sapore di antica convivialità.

E mentre rincorriamo la storia, quando si opera in campo architettonico, si deve pensare anche di seguire le espressività del nostro tempo fatto di evoluzione e progresso; e ecco che questo progetto vuole anche scrivere una pagina di storia contemporanea attraverso i segni della storia del passato; si rielaborano morfologie antiche con composizioni formali di design e segni contemporanei; si ricostruisce un elemento in sasso come “segno di torre” a intestazione della murata esistente; si recupera il corpo a fienile lasciando inalterate le proprie strutture di mattone e sasso e chiudendolo solo con partiture vetrate che ne esaltano la sua originaria composizione; si reinventa il corpo centrale facendolo diventare cerniera fra i due corpi principali, ma soprattutto dandogli valore di continuità con la composizione volumetrica della “murata” di cui l’ intervento fa parte integrante.

Tagli di finestre irregolari disposti con attenta composizione danno al corpo “torre” un aspetto moderno che comunque ben si inserisce nel contesto di carattere tradizionale delle “cortine” esistenti; questi segni, sono di rottura rispetto alle piccole e regolari finestre che traforano il borgo; tuttavia ripercorrono dei motivi che si possono ritrovare nelle architetture castellane: merli slanciati e bocche di fuoco strette e lunghe, aperture di varie forme che corredano le facciate delle “torri” e dei “castelli” di questo territorio sono gli elementi formali ispiratori della “torre contemporanea” che il progetto propone.

Con questo progetto si recupera la storia passata ma si scrive anche una storia di architettura contemporanea; con questo progetto si ridà vita ad un angolo di paese fatiscente; con questo progetto si rafforza una composizione urbanistica di antica impostazione, ma soprattutto, con questo progetto si darà ai futuri abitanti dell’intervento il piacere e il privilegio di esclusive percezioni scandita dai profili ondulati delle colline di questa terra.

RELAZIONE TECNICA – L’ intervento riguarda tre corpi di fabbrica distinti ma collegati con diverse caratteristiche costruttive:

Il CORPO A è composto da un volume di tre livelli con destinazione a residenza attaccato ad una cortina esistente anch’ essa ad uso abitativo; costruttivamente è composto da murature portanti di pietra e solai in legno; attualmente versa in condizioni statiche precarie e in alcune sue parti e interessato da iniziali sfaldamenti della muratura con alcuni distacchi di pietre; il livello di degrado non giustifica un suo restauro che avrebbe anche degli alti rischi per la sicurezza delle maestranze impegnate in quanto le opere di puntellazione e rifacimento di alcune parti non potrebbero garantire il rischio di crolli durante le lavorazioni; quindi questo corpo viene ristrutturato attraverso la quasi totale demolizione e ricostruzione con la riproposizione della pietra a vista in facciata mediante il riutilizzo del sasso derivante dalla demolizione; In questo corpo si ricava una unica unità abitativa con i tre livelli esistenti rettificando solamente le quote di imposta dei solai; La copertura viene rettificata in piano per permettere la realizzazione del volume a”torre” con la possibilità di appoggiare sulla stessa copertura i pannelli solari previsti; così i pannelli verrebbero mascherati dal coronamento di copertura che fungerebbe anche da parapetto per il lastrico solare creatosi.

Il CORPO B è attualmente diroccato, la sua destinazione è sempre stata di fienile/ locali di deposito e sgombero. Ancora oggi se ne intravede il profilo della falda di copertura che si ergeva fino alla quota di h. 3,85 cm oltre al piano del cortile interno; il crollo di questo volume ha aperto una prospettiva verso valle; il progetto prende spunto da questo affaccio creatosi e ripropone la ricostruzione del corpo con una copertura piana adibita a “giardino pensile”; mantenendo bassa la quota del “giardino pensile” rispetto al cortile si salvaguarda la “vista” a valle; nella volumetria sottostante residua si realizzano due livelli : il primo livello controterra è a destinazione boxes e/o rimesse ed è quasi in quota alla via Raminga; il secondo livello soprastante al precedente e sottostante al “giardino pensile”viene realizzato come unità abitativa e/ o commerciale; un balconata continua prospiciente l’ unità abitativa svolge il compito di cerniera fra i tre corpi e appoggiato a due volumi di pietra ( blocco scale esterno del corpo B – contrafforte/terrazza del corpo A) genera un legame compositivo che ripropone antichi sapori di muri di bastione dei borghi medioevali.

Il CORPO C è il corpo attualmente più in buono stato; adibito anch’esso a fienile e/o in parte a locale di sgombero/stalla , viene completamente recuperato ad uso abitativo lasciando inalterato il suo involucro attuale; riempiendo lo spazio volumetrico interno si definisce la chiusura del terzo lato aperto verso cortile; a quota cortile viene salvaguardata la destinazione a ”portico” tipica delle costruzioni rurali e punto di incontro della socialità agreste; lo spazio ex stalla verso la via Raminga viene anch’ esso recuperato a unità abitativa. In questo corpo vengono così ricavate tre unità di circa 95 mq. l’ una; la scelta architettonica su questo corpo è quella di lasciare più inalterato possibile l’ aspetto attuale e quindi ( a parte la chiusura volumetrica sovrastante il portico) tutte le aperture attuali vengono tamponate con serramenti e/ o vetrate che ne lasciano inalterate dimensioni e caratteristiche e la copertura viene riproposta esattamente con lo stesso profilo e materiali.

L’ intervento così come pensato ha anche considerato l’ aspetto di consolidamento di tutto il comparto; infatti il livello a box tutto in c.a. servirà da sottomurazione ai tre corpi di fabbrica ma soprattutto consoliderà alla base il rialzato della corte interna con beneficio per tutto il comparto esistente.

Particolare attenzione verrà rivolta all’ utilizzo di fonti energetiche alternative e ecocompatibili; oltre all’utilizzo di pannelli solari sono allo studio progetti di ingegneria climatica che sfruttino la circolazione dell’ aria attraverso cunicoli e condotti interrati per lo sfruttamento dell’ energia geotermica; camini a camera stagna con distribuzione canalizzata garantiranno integrazione all’ impianto di produzione termica principale che avrà così un utilizzo limitatissimo se non in alcuni casi nullo vista la dimensione contenuta delle unità. La ricostruzione consentirà di applicare materiali isolanti adeguati nel rispetto normativo in tema di risparmio energetico e questo contribuirà a limitare il fabbisogno energetico e limitare i consumi di fonti inquinanti; Ormai non si può più pensare ad una architettura che non sia eco-compatibile, i principi di bio-architettura devono essere insiti in ogni progetto, e applicare queste tecniche a strutture vetuste e/o ricostruzioni senza alterare l’ aspetto architettonico-morfologico del sito è l’ obiettivo. Il “Recupero” dell’ “ex proprietà Castelli”vuole essere anche questo con la presunzione di essere anche un intervento guida nella cultura del costruire locale.

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